Conversazione surreale fra due ciclisti onirici: Henry Went e Marcius Dandy
Henry Went: Hai mai notato che quando pedaliamo attraverso le nuvole, le nostre biciclette iniziano a fluttuare come se fossero ombrelli in un cielo di Magritte?
Marcius Dandy: Veramente! L'altro giorno, mentre pedalavo, ho visto il mio manubrio trasformarsi in una chiave gigante. Ho sbloccato una porta nascosta nelle nuvole, dietro la quale c'era un mare in pieno cielo.
Henry Went: Incredibile! La mia bicicletta mi ha mostrato un orologio che si scioglieva sulle ruote. Mi sono ritrovato a pedalare indietro nel tempo, attraversando quadri che diventavano realtà.
Marcius Dandy: E quando le ombre si allungano al tramonto, le nostre ombre diventano così lunghe che sembrano dipingere storie sulle strade, storie che solo noi possiamo leggere.
Henry Went: Proprio ieri, il mio cestino della bicicletta si è riempito di mele verdi che brillavano come lanterne, illuminando sentieri nascosti che solo gli occhi dei sognatori possono vedere.
Marcius Dandy: Sognare mentre si pedala... un viaggio tra le meraviglie di Magritte. Chi sa dove ci porteranno le nostre biciclette la prossima volta!
Era da tempo che desideravo dare vita a una storia per questo blog, lasciandomi guidare dalle correnti del surrealismo, un movimento artistico e letterario che ha esaltato menti brillanti come Magritte, il mio pittore prediletto, e Dalì; o drammaturghi del calibro di Beckett, la cui celebre opera "Aspettando Godot" è diventata un ironico riferimento nei confronti dei soliti ritardatari.
La scintilla creativa è scoccata osservando la foto che apre questo testo. Mi è balenata in mente l'idea di un mondo onirico, un luogo dove il surreale prevale sulla logica quotidiana, dove potremmo pedalare attraverso il cielo, scoprendo "una porta nascosta nelle nuvole, che si apre su un mare sospeso nel cielo".
Questa immagine, "un mare in pieno cielo", è ciò che ho percepito in maniera vivida osservando questa foto, un'immagine che sembra uscita direttamente da un sogno, un luogo dove il possibile e l'impossibile si incontrano in un armonioso abbraccio.
Oggi, grazie ai progressi dell'Intelligenza Artificiale, si apre la porta a mondi surreali alla portata di tutti. L'IA (che non va confusa con la LIA) si rivela come uno strumento potente e intrigante. Sebbene si possano immaginare scenari distopici, come quelli illustrati nel film "Matrix" (vedi articolo su Grotta del Garrone), che dipingono visioni cupe e pessimistiche, preferisco vedere l'IA in una luce più ottimistica, simile a quella dei film di "Star Trek", dove il capitano Kirk ordina con sicurezza: "Computer, traccia una rotta per Andromeda!"
Certamente, non siamo ancora a livelli così avanzati. Per il momento, possiamo soltanto lasciarci affascinare da queste immagini generate dall'IA, che ci permettono di esplorare visivamente i confini tra realtà e fantasia.
Inaspettatamente, la nostra terra è capace di regalare scorci, panorami e angoli di natura che sfuggono all'ordinario. Un esempio splendido è la Riserva Naturale di Pizzo Cane, Pizzo Trigna e Grotta Mazzamuto.
A breve distanza da Palermo, viaggiando lungo l'autostrada A19 che costeggia il mare, da Altavilla Milicia fino quasi a Termini Imerese, si può osservare una catena di rilievi che segna il confine tra terra e mare. Quest'area, che include rinomate località balneari come Torre Normanna, San Nicola l'Arena e Trabia, racchiude un patrimonio naturale meno noto ma altrettanto incantevole.
Pur non essendo eccessivamente elevati, questi rilievi si distinguono per la loro posizione privilegiata parallela alla costa e per una conformazione che ne esalta la maestosità. Inoltre, da particolari punti di osservazione, è possibile ammirare queste due serie di montagne, separate da una vallata quasi vergine.
Invece, eccolo qui! In carne e ossa, lontano dai mondi surreali delle nostre fantasie, il gruppo di Biciclettando con l'aggiunta di alcuni biker di zona Termini Imerese.
Iniziamo la nostra pedalata affrontando la salita, con la Grotta di Mazzamuto come prima tappa significativa. Situata a circa 200 metri sul livello del mare, la Grotta offre un panorama davvero spettacolare, specialmente grazie alla giornata soleggiata che ci accompagna, rendendo il cielo particolarmente chiaro e l'aria limpida.
Nella salita ci hanno accompagnato degli amici con delle bici un po' fantasiose .... e abbiamo assistito a un insolito duetto amoroso ...!
Ah, l'amour, l'amour, qu'est-ce que l'amour ....
Terminati i duetti amorosi, "... i teneri sensi, i tristi e cari Moti del cor ..", si riparte.
Dopo qualche sosta, volgiamo verso le Antenne di Altavilla .... e già l'altitudine ci fa sognare, immaginando percorsi fantastici.
Ed eccoci finalmente in cima, dopo una salita che ha messo alla prova la nostra determinazione e la forza delle nostre gambe. Si raggiunge un punto dove il cielo e il mare sembrano unirsi in un abbraccio, fondendosi in un vasto e maestoso blu. Qui, in questo luogo elevato, l'aria è più fresca e il respiro si fa più profondo, mentre i nostri occhi si perdono nell'immenso orizzonte. Il paesaggio che ci circonda è un vero spettacolo della natura, con il mare che si estende a perdita d'occhio, scintillante sotto il sole. Il contrasto tra l'azzurro intenso del mare e il blu più tenue del cielo crea un'atmosfera quasi onirica, un premio visivo che ricompensa ogni pedalata faticosa.
Dopo aver immortalato il momento con alcune foto, in cui sembravamo ciclisti sospesi tra le nuvole, lasciamo alle spalle lo straordinario panorama per riprendere il nostro viaggio e completare il percorso che abbiamo pianificato.
Osservando la traccia sul nostro GPS, si nota come il percorso si snodi lungo il crinale dei rilievi che dominano il mare. Il paesaggio, dapprima brullo e roccioso, si trasforma gradualmente in un ambiente più verde e boscoso. Con piacevole sorpresa, scopriamo che lungo i pendii e nelle aree pianeggianti in quota si nasconde un rigoglioso faggeto.
Ad un certo punto, mentre tutto filava liscio, ci accorgiamo che uno dei nostri è fermo. Ci avviciniamo per soccorrerlo e " ... clamororoso dal Cibali!!!" scopriamo che si tratta di Marzio con la sua Specialized con un problema al forcellino.
Il dottor Marzio non si scompone e applicando le sue ottime qualità di chirurgo, con calma e precisione, fa una veloce diagnosi, e armatosi di rudimentali ferri da chirurgo riesce a risolvere il problema e ripartire.
Il nostro percorso ci ha portato attraverso un faggeto incantevole, dove si snoda un'antica strada che cela storie dimenticate. Lungo questo tracciato, si possono ancora osservare i resti di un antico basolato. Ai lati della strada, attirano la nostra attenzione dei muretti a secco risalenti all'Ottocento. La loro presenza qui, in mezzo al bosco, ci fa riflettere sulla storia e sull'uso originario di questa strada. Si tratta forse di un antico percorso commerciale o di una via di collegamento tra paesi ormai dimenticati?
Il nostro viaggio surreale a ritroso nel tempo, immersi in un paesaggio che racconta secoli di storia e tradizione.
Mentre ci avvicinavamo alla conclusione del nostro percorso, con molti di noi già con l'acquolina in bocca al pensiero di un meritato pranzo in una trattoria locale, ci imbattiamo in una sorpresa che il nostro 'tracciatore', cinicamente, ci ha celato fino all'ultimo.
Questo tratto, che abbiamo scoperto solo dopo essere noto con il toponimo Gole del Randino, si è rivelato un vero e proprio tesoro nascosto, ma anche arduo da superare. La "selvaticità" del luogo, con la flora che si aggrappa tenacemente ai costoni della gola, ha creato un paesaggio davvero straordinario e unico. Era evidente che, in periodi di forti piogge, queste gole diventano il letto di un torrente impetuoso, il cui percorso e sbocco rimangono un mistero.
Ma la vera sfida è stata spingere le nostre MTB, che pesano circa 25 kg, su per una scalinata irregolare e scoscesa! Nonostante la fatica, quest'ultima prova ha aggiunto un pizzico di avventura e soddisfazione al nostro viaggio, rendendo il pranzo che ci aspettava ancora più gratificante.
Dopo aver superato con fatica le Gole del Randino, eravamo tutti impazienti di raggiungere la nostra meta: un meritato pranzo.
L'ultimo tratto del percorso aveva rallentato notevolmente la nostra avanzata e l'orologio già segnava le 15:30, la prospettiva di un buon pasto sembrava scemare. Sigh!
Fortunatamente, una volta arrivati a San Nicola, siamo stati accolti calorosamente dal proprietario del Covo del Brigante. La sua ospitalità e le delizie culinarie che ci ha offerto hanno reso la nostra sosta ancora più piacevole.
Per molti di noi era la prima volta in questo locale e siamo rimasti piacevolmente sorpresi dall'eccellente qualità dei piatti.
Che dire: il Covo del Brigante ha conquistato tutti noi, e siamo già sicuri che diventerà una tappa fissa nelle nostre future uscite in questa zona!
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