Da Bruca a Bruca

Pubblicato il 29 aprile 2024 alle ore 09:45

I non-luoghi, termine coniato dall'antropologo Marc Augé, sono spazi caratterizzati dall'assenza di identità, relazioni e storia. Questa categoria include infrastrutture come autostrade, aeroporti e centri commerciali, essenziali per la mobilità di persone e merci, ma anonimi e intercambiabili.

Bruca è una piccola frazione del comune di Buseto Palizzolo. Bruca è un non-luogo.

Secondo Wikipedia, "Bruca conta circa 130 abitanti e il suo nome sembra derivare dall'erba brucaria, tipica della zona. La progressiva diminuzione della popolazione e la perdita di servizi vitali hanno reso necessario per i residenti spostarsi verso centri urbani più grandi per le necessità quotidiane." Nonostante la presenza della chiesa di Maria Santissima Immacolata e la vicinanza al Bosco Scorace, Bruca sembra aver perso quelle caratteristiche identitarie tipiche dei piccoli borghi.

Potremmo considerare Bruca un non-luogo bucolico, un non-luogo dove il tempo sembra essersi fermato, creando un'atmosfera che trascende la quotidianità.

Questa "essenza metafisica" trasforma Bruca in un rifugio atemporale, un santuario sospeso nel tempo, lontano dall'impatto della modernità. Qui, il passato, il presente e il futuro convergono in un'esperienza atemporale, libera dalle pressioni del tempo.

In questo contesto, Bruca diventa un non-luogo dove è possibile sperimentare una connessione con il trascendente e una riflessione profonda. Talete, e Socrate dopo di lui, lo avrebbero eletto a tempio dove praticare l'arte e la virtù della "Conoscenza di Se Stessi".

L'atmosfera di Bruca potrebbe essere paragonata a quella rappresentata nel quadro di De Chirico "L'Énigme d'un après-midi d'automne", dove il surrealismo metafisico  crea un mondo a sé stante, separato dalla realtà convenzionale.

In sintesi, Bruca, con la sua capacità di essere un non-luogo nel non-tempo, offre una fuga dalla routine e una porta verso il surreale e l'ultraterreno.



Bruca è il non-luogo atemporale, che funge da punto di partenza e di arrivo per un percorso variegato, snodandosi tra diversi paesaggi, sfide e panorami. La prima parte del tragitto si sviluppa all'interno del Bosco di Scorace, inizialmente su strade bianche, che si trasformano gradualmente in insidiosi single track.

Attraversando strade di campagna fiancheggiate da vigneti e uliveti, giungiamo a Balata di Baida. Da qui, scegliamo di seguire il consiglio di Komoot, tagliando per i campi con pendenze sterrate del 15% per raggiungere il Castello di Baida. Dal castello, proseguiamo su una strada provinciale ormai in disuso, che ci porta sopra Scopello.

Da lì, affrontiamo una pietraia che molti di noi percorrono a piedi, fortunatamente in discesa, e giungiamo al Baglio di Scopello.

Sembrava tutto concluso, con soli 20 km rimanenti su strade di campagna, ma la vera sorpresa ci attendeva ancora: un fantastico single track attraverso il Fosso delle Orghenere, seguito dalla risalita per il Bosco Lisciandrini che ricopre Pizzo Merlo.

Un itinerario completo che offre una varietà di esperienze: mare e colline, single track e strade bianche, discese e risalite. Un percorso da ripetere assolutamente!






Grazie a Dario per i suoi video sui single track nel Bosco di Scorace.



Sosta al Castello di Baida con Peppone e Don Camillo in posa ...



Pausa pranzo e gran finale: Enrico ci regala un'esibizione memorabile... peccato che sia rimasto senza batteria! 🚲🔋 Naturalmente, abbiamo dovuto eliminare l'audio per mantenere il blog adatto a tutti!! 🤐🎶


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